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Immagine del redattoreDott. Maurilio Verdesca

Ecco perché pensi troppo e come non farlo

#Appunti sul cambiamento

3.

C’è un’emergenza. Bisogna fuggire. Bisogna scegliere. Bisogna fuggire e scegliere insieme ma il tempo è poco. Il tempo è troppo poco. E’ un pensiero che paralizza quello del panico e che insieme porta ad agire. Il pensiero ansioso, invece, è differente in quanto si manifesta non durante la reale necessità ma in assenza di essa. E’ legato alla fantasia, all’immaginazione, alla TUA mente.

Molti di noi sono vittima dei propri pensieri: pensano troppo, cercano di mordersi la coda da soli, senza mai riuscirsi e senza mai arrendersi nonostante gli sforzi effettivamente vani. Dunque pensiamo troppo: perché?

Tieni presente che il pensiero assolve biologicamente a una funzione primaria: simulare nella realtà varie soluzioni ad un problema senza agirle direttamente, per scegliere la migliore in termini di costi/benefici. Il discorso filava così liscio quando eravamo nelle foreste e cioè quando la nostra preoccupazione primaria coincideva esplicitamente con quella di sopravvivere. Oggi la faccenda è un po’ differente ma, in un certo senso, poco importa. Nella misura in cui la funzione cui assolve la nostra mente è ancora la stessa.


Il mondo è un luogo in cui ogni cosa per rimanere uguale a sé stessa deve cambiare ininterrottamente. Basti pensare alle nostre cellule che si rinnovano costantemente per farci restare noi stessi a livello globale. La realtà è un continuo cambiamento. Tutte le cose cambiano di continuo in relazione al tempo e allo spazio: cioè alle altre variabili o cose con cui siamo interconnessi e interdipendenti. Ogni cosa è condizionata a tutte le altre cose e viceversa, così che il cambiamento globale è il risultato delle piccoli variabili che lo producono: il mondo in questo istante è tale anche grazie a te e viceversa. Tornando a noi, una mente che è orientata biologicamente a creare soluzioni a problemi e a cercare di prevedere il futuro in base al passato è in continua attivazione in un mondo così sfaccettato, che certamente rende i processi di calcolo molto, molto complessi. Il nocciolo di questo è che tutti noi abbiamo bisogno di certezze e, per questo, ci creiamo incessantemente delle aspettative che, la gran parte delle volte, sono la causa delle nostre sofferenze. Da questo nasce il nostro pensiero incessante e compulsivo. Nasce per tenere sotto controllo una realtà che non si ferma, per cercare di generare soluzioni a problemi che esistono ma che possono risolversi in altro modo. Per intenderci: l’ansia non aiuta un medico alle prese con un intervento delicato, anzi. La serenità, al contrario, ci rende svegli ma concentrati sui problemi. Tutti questi sono dei puri automatismi, nessuno di noi certamente ne è responsabile - attenzione! – solo fino a quando ne resta inconsapevole. Ora che hai letto sei, a tutti gli effetti, complice di questi traffici illeciti che si svolgono dentro di te! Tutto questo prevedere ti porta a non godere del momento e del luogo in cui sei qui ed ora. Ora sei a casa? Bene. Fai colazione? Fantastico! Concentrati su quello che stai facendo e goditi questo momento, attualmente la realtà è quella in cui sei calato e nessun’altra. Il resto, per quanto ci riguarda, non esiste.

Piccolo esercizio

Prova a respirare piano, settando il tuo corpo su un ritmo differente. Chiudi gli occhi e inspira ed espira provando a non pensare. Sicuramente non ce la farai ma non demordere, tendi quanto più puoi a tale stato delle cose. Ti sembrerà una vacanza. Quando senti il bisogno esci da questa apnea e torna a galla. I primi pensieri che respirerai saranno le cose più importanti per te. Esistevano anche quando eri in vacanza, solo ne facevi a meno. Puoi continuare a farlo però! Questo non vuol dire che ti libererai dei problemi, tanto meno che i problemi non esistono e te li crei tu, anzi. Tutto questo, però, potrà permetterti di superarli con più energie, essendo più concentrato sul fare così da cambiare anziché sul pensare di dover fare senza, tuttavia, mai cambiare tornando, così, puntualmente al punto iniziale.


Dott. Maurilio Verdesca

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