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Immagine del redattoreDott. Maurilio Verdesca

*BLACK MIRROR* Una analisi psicologica -stagione quarta (Parte I)

Aggiornamento: 14 apr 2020

Ho un debole per tutti quei format adottati spesso da libri scientifici (soprattutto di ambito psicologico) e non (vedi Calvino ‘Gli amori difficili’) che racchiudono nella propria struttura contributi diversi relativamente indipendenti nel contenuto ma non nel tema o motivo di fondo. Esiste una serie tv che fa più o meno lo stesso pertanto -avete intuito bene sì- mi piace tantissimo Black Mirror, una serie a episodi indipendenti nella sequenza –addirittura con regia e attori differenti- il cui collante è fornito da un futuro distopico dove le relazioni umane sono divenute fredde e ghiacciate, cibernetiche.

Fornirò una brevissima analisi psicologica degli episodi della stagione corrente cercando quanto più possibile di adottare un approccio anti-spoiler, in caso contrario non me ne vogliate:D


USS Callister // episodio 1 - ndr: Il principio del piacere VS principio di realtà: L’onnipotenza della genesi


Tema centrale: La frustrazione che non viene elaborata dal pro/ant-agonista ma veicolata e affrontata con modalità tecnologiche ausiliarie basate sostanzialmente su meccanismi di difesa immaturi; essi alla stregua di difese psicodinamiche in atto permettono al capitano della programmazione di rendere l’onirico im-mediatamente reale, vivendo in uno stato di fantasia perennemente pre-mentalizzante (concetto di equivalenza psichica); vedremo come gli sarà possibile tramite un micro-chip imprigionare concretamente -e non a un livello rappresentazionale- l’alter-ego delle persone di cui si desidera nel proprio mondo interno a partire dal loro DNA; in questo alter-cosmo (creato da questo dio che genera universi virtuali in codici di programmazione) ovviamente si potrà agire deliberatamente il proprio desiderio di controllo supremo vivendo (nel)la propria vita come un videogame, mettendo in scena il proprio narcisismo primario che non conosce alcun linguaggio empatico al di fuori di quello teleologico giocato su un piano meramente fisico/sensomotorio e sadico: Siamo nel mondo del funzionamento psicopatico-onirico in cui anche il principio aristotelico di non-contraddizione è corrotto. Siamo nel mondo di un personaggio che gioca a fare il dio persecutore e onnipotente, riproponendo una genesi 2.0 in codice di programmazione; lo spettatore assisterà a processi di genesi in grado di far apparire e scomparire utilizzati da una mente ‘superiore’ che ‘banna’ (ndr da ‘bannare’) ogni forma di godimento (asessualizzando persino i genitali).

La realtà è dunque riplasmata al servizio del delirio personale non più mobilitando le solite difese umane ma ricorrendo a servizi tecnologici architettati e basati su di esse.



•Arkangel // episodio 2 - ndr: Omaggio alla Klein


L’elemento centrale è rappresentato dall’intrusività materna; il tema nucleico è quello paranoico/schizoparanoide di matrice Kleiniana in senso stretto: introdurre - in questo caso concretamente- nella persona parti di sé per controllarlo.

Quanto detto è reso di fatto possibile grazie a un microchip inserito nel corpo della figlia.

Un sottotema che emerge dal precedente per complementarità è la mancanza di comunicazione, la diade protagonista dell’episodio diretto da J. Foster non è implicata in nessuna condivisione di valori intergenerazionale; probabilmente è questo che rendendo la mamma impotente e sprovvista di alternative adattive valide determina in lei modalità iper-protettive connotate unicamente dal controllo ‘nascosto’ e coercitivo.

Credo che questo tra l’altro sia uno dei temi centrali della serie: l’evitamento e la fuga dalla realtà, la dimensione onirica e onnipotente che vince sul principio di realtà, distorcendo quest’ultima, negandola, in onore del proprio desiderio cieco e violento. Violento come le sequenze in cui le scene e le emozioni che la figlia ha persecutoriamente ‘rimosso’ dalla propria coscienza non potendole vivere e tollerare o gestire tramite un esempio performativo materno -concetto di reverie Bioniano- sono confluite ahimè nella collera più cruda e paradossale. La madre-arcangelo che proteggeva dalla violenza è stata colei che l’ha subita, la madre che tentava in queste modalità di allontanare dalla propria figlia gli elementi ‘cattivi’ ha fatto sì che la stessa se ne circondasse, la madre che proteggeva nel contempo faceva del male; anche qui mi sembra di intravedere un altro motivo di fondo, quello della contraddizione paradossale (ndr doppio legame), dell’incoerenza fra ciò che si vuole e ciò che si fa, la scissione tra il proprio desiderio e la realtà mediata dalla tecnologia.

E’ una storia che ridotta all’osso parlerebbe di una vittima e di una carnefice, di riscatto, di incomunicabilità, di violenza e di libertà; ed ecco che quel futuro che ai nostri occhi appare come lontano e sconvolgente non è così diverso dalle solite vicissitudini umane, qui però - in questa serie - non si affronta ma si allucina e si modifica con meccanismi onnipotenti. Black mirror ancora una volta ci parla di un futuro in cui l’umanità crea la tecnologia e non di una tecnologia che determina e plasma l’uomo; la serie narra di dispositivi bio-tecnologici che agiscono e si basano sulle difese mentali insite nell’uomo, progettate cioè su e da un funzionamento mentale di tipo inconscio.

Black Mirror a parere mio parla di umanità, psicologia e relazioni umani e poi – come alibi o contesto d’ambientazione- di tecnologia.

P.S. Ma tutti quei probiotici saranno mica per il colon irritabile?




•Crocodile // episodio 3 - ndr: The devil is in the details


Come ogni thriller che si rispetti l’episodio si apre all’insegna del colpa e dell’ occultamento. Il paesaggio è nevoso: il candore che nasconde, seppellisce e anestetizza.

I piani narrativi sono complessi tanto che per certi versi lo stile ricorda ‘’La finestra sul cortile’’ e ‘’io ti salverò’’, dei richiami Hitchockiani in versione moderna: qui non c’è più l’analista intento a scavare nel passato del paziente ma un lettore di engrammi (il ’rammentatore’ ) in grado di visualizzare i ricordi altrui in presenza di stimoli sensoriali uditivi, olfattivi (effetto Maddalena di Proust) opportunatamente forniti dallo sperimentatore.La protagonista è molto perfezionista/ossessiva al dettaglio : sarà proprio questo a interferire (letteralmente) con la sua astuzia e, non solo, anche a fornire al finale un simpatico e inaspettato colpo di scena.



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Per approfondire:


-La Realtà della Realtà - Paul Watzlawick

-Introduzione al pensiero di Bion- Leon Grinberg,Dario Sor,Elisabeth Tabak de Bianchedi

-Mentalization-based Treatment for Borderline Personality Disorder- Fonagy’’

-Introduzione alla psicoanalisi- Freud

-La dimensione interpersonale della coscienza- Liotti

-Psicoanalisi e scienza cognitiva- Bucci

-Archeologia della mente- Panksepp

-Una base sicura- Bowlby

-Intersoggettività, regolazione emotiva e attaccamento nella prima infanzia- Riva Crugnola

-Psichiatria Psicodinamica- G.O. Gabbard

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Dott. Maurilio Verdesca - Psicoanalitica_mente






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